Una tavola rotonda – che si è svolta su Radio Maria lo scorso 10 marzo – ha sottolineato la preziosità di leggere la Bibbia contestualizzandola nella storia e nella geografia
Adamo ed Eva, la Torre di Babele, il Big Bang e la Passione di Cristo… Non è da tutti riuscire a mettere in canzone concetti e riferimenti così alti con cognizione di causa per interrogarsi sul nostro destino, soprattutto se si hanno 24 anni come Anastasio. Ma il rapper e autore vincitore di X Factor nel 2018, alias Marco Anastasio da Meta, in questi due anni di stop pandemico è cresciuto. Al centro della sua Babele ci sono le pagine bibliche, c’è il linguaggio, il “logos”. «Babele è crollata perché tutti parlavano lingue diverse e la lingua si era alienata da se stessa e dalla realtà. Oggi ci troviamo in una seconda Babele dove le nostre parole non hanno più alcun significato, sono senza valore. Internet e la bulimia di lettura, l’infinito scorrere delle immagini, tolgono contenuto al linguaggio, che invece è una cosa magica, perché le parole creano. La parola è quello che ci rende uomini. La metafora inizia con Adamo che prende la mela e simbolicamente scopre il possesso, e termina con la Torre di Babele, sempre più alta, simbolo dell’avanzamento della tecnica. Come oggi “Babele non è stata così alta mai / siamo stati più vicini al cielo / Ed insieme così soli, /lontani da tutti”». Ascolta il brano
e leggi l’intervista del quotidiano Avvenire.
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