Una tavola rotonda – che si è svolta su Radio Maria lo scorso 10 marzo – ha sottolineato la preziosità di leggere la Bibbia contestualizzandola nella storia e nella geografia
Uomo dal carattere non facile, Girolamo ha dedicato la vita alla Parola di Dio. Nasce in Dalmazia nel 347 e muore a Betlemme nel 420.
Come… una perla di grande valore
«La parola di Dio è una perla che si può scrutare da mille punti diversi» (Lettera XXII, 8).
Così scriveva nel 383/384 Girolamo alla giovane Eustochio, figlia terzogenita della matrona romana Paola che, dopo una vita dedita alla mondanità, decise di essere fedele discepola di Girolamo e soprattutto della Parola di Dio.
1600 anni fa, a Betlemme, Girolamo moriva nella sua cella, nei pressi della grotta della Natività: era il 30 settembre del 420. Il Papa emerito Benedetto XVI, che a san Girolamo ha dedicato alcune delle sue catechesi, lo ha descritto come un «uomo irruento, spesso polemico e litigioso, detestato ma anche amato. Non era facile dialogare con lui, eppure ha dato tanto alla cristianità con la sua testimonianza di vita e i suoi scritti. A lui si deve la prima traduzione in latino della Bibbia, la cosiddetta Vulgata – con i Vangeli tradotti dal greco e l’Antico Testamento dall’ebraico».
Anche il giovane don Alberione ci regala qualche pennellata su San Girolamo: lo fa nelle prime pagine del Quaderno 53 (datato 1912-1913), nella cornice di una meditazione molto bella e sentita sulla Bibbia che, tra l’altro, testimonia come già il Signore lo orientasse con decisione verso il servizio alla Parola e la sua diffusione. Sintetizzando l’esperienza del santo racconta: «S.[San] Girolamo aveva già compiti grandi studi a Roma, a Milano, a Nantes, Magonza, in Grecia e Palestina. La sua scienza e pietà erano veramente rare: ma i suoi autori favoriti erano Cicerone, Virgilio, Orazio. Dio lo corresse. Ebbe una visione: trasportato al tribunale di Dio, Gesù Cristo lo interrogò: “Chi sei tu?” – “Io sono cristiano” – “No, tu sei Oraziano, Virgigliano, Ciceroniano… Tu solo ti diletti di quei [quegli] autori”. “Spaventato di questi rimproveri, mi gettai tremanti [tremante] ai piedi di Dio: promisi di occuparmi solo della S.Scrittura”». Da qui l’invito del giovane don Alberione: «Abbiamo pure noi più stima, rispetto e amore verso quel libro uscito dalla mano di Dio: riceviamo con venerazione le sue sentenze, leggiamolo se ciò è possibile». Sullo sfondo una convinzione ferma e attualissima: «La lettura della Bibbia non è come la lettura d’un altro libro buono: la Bibbia ha sul cuore e sul pensiero una potenza tutta speciale. Tra la Bibbia e gli altri libri buoni passa la differenza che corre tra il sole e una di quelle lucciole che svolazzano sulla sera».
Penso sia bello in questo 1600° anniversario della morte di San Girolamo rinnovare la nostra dedizione alla Parola, accogliendola, ascoltandola, interiorizzandola, lasciando scorrere la Vita di cui è carica attraverso le nostre persone e i nostri apostolati. Come ebbe a dire recentemente padre Raniero Cantalamessa, non ci si può accostare alla Parola di Dio come i pompieri entrano tra le fiamme «cioè con tute di amianto addosso che li fanno passare indenni tra di esse. Non si tratta solo di leggere la parola di Dio, ma anche di farsi leggere da essa; non solo di scrutare le Scritture, ma lasciarsi scrutare dalle Scritture». È quanto ci auguriamo nell’imminenza dell’Anno Biblico che presto, insieme a tutta la Famiglia Paolina, apriremo.
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