Una tavola rotonda – che si è svolta su Radio Maria lo scorso 10 marzo – ha sottolineato la preziosità di leggere la Bibbia contestualizzandola nella storia e nella geografia
Modificare ufficialmente la denominazione “Festa della Conversione di San Paolo” in “Festa della Vocazione di San Paolo”: è l’oggetto della petizione che il Segretariato Attività Ecumeniche ha indirizzato nel giugno 2022 al Prefetto del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti della Chiesa cattolica, monsignor Arthur Roche, e al segretario, monsignor Vittorio Francesco Viola. La richiesta, approvata dall’Assemblea dell’Associazione Interconfessionale per l’Ecumenismo e il Dialogo a partire dal dialogo ebraico-cristiano riunita a Firenze il 24 aprile 2022, è stata anche sottoscritta da 164 firmatari tra vescovi, teologi, liturgisti, biblisti, studiosi, presbiteri, religiosi; e da persone di confessione protestante e di fede ebraica. La questione è più delicata di quello che può apparire ad un primo impatto: c’è, infatti, in gioco tutta la questione della continuità/discontinuità tra la fede ebraica e la fede cristiana. Condividiamo con i nostri lettori la risposta che ha dato in merito il biblista don Vicenzo Vitale, paolino, direttore del settimanale italiano Credere, affrontando la domanda in modo ponderato e articolato. Leggi la sua risposta cliccando qui.
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