GENESI
Con la parola Bere’shît (In principio) gli ebrei intitolano il primo libro della Bibbia, che noi chiamiamo Genesi. Principio della Bibbia, e in particolare del Pentateuco o Tôrah, cioè della prima grande rivelazione di Dio; principio dell’essere nella creazione; principio del dialogo tra Dio e uomo, cioè di quella catena ininterrotta di eventi e di parole che è la storia della salvezza; principio che avrà la sua riedizione definitiva nell’In principio era il Verbo del vangelo di Giovanni (1,1). Tutto questo fa intuire l’importanza di questo libro.
Esso è costituito sostanzialmente da due tavole di uno stesso dittico. La prima tavola occupa i cc. 1-11 e ha per protagonista l’Adamo o l’Uomo, quello di tutti i tempi e di tutte le regioni della terra. Dopo il duplice racconto della creazione (cc. 1-2), le narrazioni sono impostate sullo schema delitto-castigo: Adamo ed Eva (c. 3), Caino (c. 4), diluvio (cc. 6-8), figli di Noè (9,20-27), Babele (c. 11). La seconda tavola, che comprende i cc. 12-50, ha per soggetto Abramo (sec. XIX a.C.) e la sua discendenza: la scelta da parte di Dio di quest’uomo e la sua risposta di fede sono la radice da cui si è sviluppato Israele. Delitto e castigo non sono destino eterno dell’umanità; ad esso si contrappone la salvezza offerta da Dio che chiede l’adesione dell’uomo per realizzarla.
